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Guida ai tipi di successione aziendale (Parte II)

Guida ai tipi di successione aziendale (Parte II)

Quando un imprenditore non è più in grado di portare avanti la sua azienda gli si prospettano diverse alternative per cederla. In questo articolo analizzeremo ancora vantaggi e svantaggi dei diversi tipi di successione aziendale.

Dopo aver parlato di MBO, MBI ed eventuali investimenti di uno o più soggetti finanziari,
ecco altre possibilità offerte ai capi d’impresa per non abbandonare alla liquidazione il frutto del proprio lavoro.

Ingresso in borsa (IPO)

Abbiamo già introdotto, nel nostro Blog, l’IPO (Initial Public Offering). Citando Wikipedia, un’offerta pubblica iniziale o IPO è un’offerta al pubblico dei titoli di una società che intende quotarsi per la prima volta su un mercato regolamentato”. Segna l’ingresso in Borsa, una mossa possibile per le aziende che desiderano incrementare la propria liquidità, diversificare l’azionariato, divenire più note e di conseguenza aprire più facilmente dei crediti. Una possibilità per chi è interessato alla successione aziendale.

Tutte le società possono entrare in Borsa? In realtà no. La IPO è permessa solo alle aziende di un certo rilievo, quelle che fanno gola al mercato finanziario perché figurano buone prospettive di crescita. Se un’impresa decide di quotarsi deve innanzitutto eseguire dei cambiamenti nella sua struttura: come immaginerai, in un’impresa che si prepara a divenire pubblica, i ruoli dell’imprenditore e della sua famiglia saranno rivisitati. Questi ne avranno il controllo finché manterranno la maggioranza dei voti all’assemblea generale e saranno bene rappresentati al consiglio d’amministrazione.

Che vantaggi comporta l’ingresso in Borsa?
Se tutto fila liscio e l’esito dell’IPO è positivo, l’azienda accresce notevolmente il proprio capitale. Ciò significa, anche, aumentare popolarità e prestigio agli occhi dei privati, delle altre società e dei propri dipendenti. Questi ultimi, ad esempio, potranno essere pagati attraverso un investimento azionario. Gli azionisti familiari, infine, visto l’aumento del capitale, potranno cogliere la palla al balzo e portare avanti la successione prevista rivendendo le proprie quote agli altri soci.

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Quali i possibili inconvenienti?
Per preparare l’entrata in Borsa, a volte, servono degli anni. Sarà necessario rivolgersi a una banca d’affari specializzata e, visti i tempi, decidere in fretta sul da farsi. Come anticipato, la struttura dell’azienda sarà modificata radicalmente e la sua gestione professionalizzata senza tralasciare alcun dettaglio. Un’impresa che fa il suo ingresso in Borsa, inoltre, sarà esposta alle critiche sia pubbliche che dei media. Ci saranno dei nuovi compiti da rispettare: tenere periodicamente delle conferenze stampa, pubblicare dei rapporti trimestrali e molto altro.

Tieni in mente i costi elevati dell’IPO, sia per il risanamento dell’impresa prima della quotazione che per i nuovi obblighi che sorgeranno dopo. Infine, tornando al ruolo dell’imprenditore e della sua famiglia, correranno il rischio di perdere del tutto influenza e autorevolezza all’interno dell’impresa e, sostanzialmente, di non “riconoscerla più”.

Vendita a un’altra impresa

La successione aziendale può essere eseguita anche vendendo a un’altra società. In genere si tratta di concorrenti interessati a fagocitare chi lavora nello stesso settore. Chi vende, in questo caso, dovrà ottimizzare la redditività dell’azienda e farnese stimare il valore in modo corretto (ti consigliamo di rivolgerti a un consulente) per ottenere una buona cifra. La vendita a un’altra impresa rappresenta un vantaggio sia per l’acquirente, che recupera dipendenti, know-how e infrastrutture di un competitor, che per il venditore. Il proprietario, infatti, se l’interessato ha notevoli risorse, può recuperare in tempi brevi la cifra pattuita. Allo stesso modo, se il suo business è particolarmente appetibile e ci sono più concorrenti pronti a investire, può alzare la posta in gioco.

E i possibili rischi?

  • I dipendenti rilevati insieme all’azienda non si trovano bene e si licenziano (perdita delle competenze).
  • La valutazione dell’azienda non è stata eseguita a dovere: il venditore o l’acquirente si sentono ingannati.
  • L’investitore non riesce a ottenere il valore e le sinergie previste.
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Fusione con un’altra società

Anche in questo caso le due aziende – rispettivamente di chi vende e di chi compra – opereranno nello stesso settore. La fusione non è il risultato di un atto di vendita ma avviene con la condivisione degli attivi tramite uno scambio di partecipazioni. La partecipazione al capitale sarà proporzionale al valore delle due aziende prima della fusione. Per questa ragione va determinato nel modo più preciso possibile.

Il proprietario/venditore, in caso di fusione, non incassa nulla, piuttosto perde la sua influenza all’interno dell’azienda. Allora perché è una condizione di successione favorevole? La consideriamo un’ottima soluzione quando il proprietario non ha un successore in famiglia né trova qualcuno disposto a investire.

Ci sono altri vantaggi: la fusione di solito genera la diminuzione dei costi aziendali e un aumento delle entrate. Il proprietario può aspettarsi una favorevole valorizzazione dei suoi attivi.
Rischi: anche in questo caso potrebbe accadere che le aspettative non vengano soddisfatte. A volte l’integrazione di due culture aziendali differenti è veramente difficile: parliamo, ad esempio, di possibili conflitti fra nuovi colleghi.

Successione familiare

Si tratta del modello più diffuso di cessione aziendale. D’altronde quale imprenditore non spera che l’azienda per la quale ha sudato tanto resti in famiglia? Ne parleremo la prossima settimana, continua a leggerci!

Contattaci adesso se hai bisogno di maggiori informazioni sulla successione aziendale.

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