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L’Italia è caratterizzata dalla presenza significativa di piccole e medie imprese. Se in passato questa caratteristica era una risorsa, oggi non è più così a causa delle nuove condizioni di mercato che mettono a dura prova la loro sopravvivenza.
E quando la crescita aziendale è rallentata anche dall’assenza di efficienti risorse finanziarie e manageriali interne, non resta altro da fare che cercare alleanze strategiche all’esterno.
Come fare? Analizziamo insieme uno degli strumenti più utilizzati: l’acquisizione aziendale.
Le condizioni di economicità di un’impresa possono essere raggiunte e mantenute grazie a strategie specifiche come l’acquisizione. Rilevare un’azienda è un processo lungo e impegnativo, animato da esigenze diverse:
A questo punto diventa fondamentare individuare bene, sul mercato, le aziende sottovalutate che possono rappresentare un ottimo target di investimento.
L’acquisizione di un’azienda prevede una strategia efficace che riduca i fattori di rischio. Questi ultimi sono spesso determinati da tre errori principali:
Prima di acquisire un’azienda è sempre utile effettuare delle analisi e porsi un paio di domande:
Un’azienda può essere acquisita sia da soggetti esterni che interni: avere le idee chiare sui vantaggi e gli svantaggi dell’acquisizione è fondamentale al futuro dell’investimento e dell’attività.
Quando un’azienda viene svalutata o manifesta carenze gestionali mostrando, però, un ottimo potenziale, l’acquisizione avviene spesso attraverso un management di tipo buyin (MBI). Di cosa si tratta? Uno o più investitori esterni all’azienda ne acquisiscono la proprietà mantenendo i manager interni e nominando i loro rappresentanti nel consiglio di amministrazione. Grazie alle proprie competenze di gestione, poi, apportano miglioramenti all’azienda e aumentano il suo valore di mercato prima della successiva cessione.
Nel caso in cui si miri al rinnovo totale della proprietà di un’azienda dall’interno, l’acquisizione viene effettuata con un management buyout (MBO) dagli stessi manager aziendali. Questi ultimi, affiancati da un financial sposnsor esterno che finanzia l’azione, e costituiscono una NewCo (nuova società holding) per acquisire le quote dell’azienda target e completare l’incorporamento. Le motivazioni di base di un MBO sono riconducibili per lo più a esigenze di intercambio generazionale o di stallo per contrasti tra i soci e gli investitori.
Se il finanziamento esterno, in un qualsiasi management, è effettuato tramite prestito bancario e non privato, la cessione viene definita come processo di leveraged buy-out (LBO). Questo processo prende forza dallo sfruttamento del debito contratto dall’azienda che viene ripagato, spesso, con la cessione della stessa o di parte delle sue attività.
Ci sono casi in cui l’acquisizione può risolversi con un semplice accordo amichevole tra le parti. Questa possibilità non è sempre possibile, però, a causa dei take over, ossia di quelle scalate ostili condotte da soggetti economici esterni. Questi ultimi acquistano sul mercato quantità sufficienti di azioni dell’azienda target per ottenere il suo controllo sul mercato.
Come ogni processo di cambiamento, anche l’acquisizione di un’azienda è caratterizzata da fasi specifiche e necessarie:
La fase della trattativa è quella più delicata e il suo successo dipende fortemente dalla qualità e dalla competenza tecnica e psicologica delle persone coinvolte.
Non è raro, per questo motivo, che le aziende ricorrano al supporto di società di consulenza come Consulting Italia Group Spa.
Per tutelare gli investitori e favorire lo sviluppo trasparente del mercato mobiliare si può fare appello ai dati Consob (Commissione nazionale per le società e la Borsa) che aiutano a ridurre i rischi di investimento grazie alle informazioni sicure sulle condizioni economiche delle aziende e su eventuali debiti mai ripagati.
I nostri consulenti sono in grado di chiarire ulteriormente tutti i tuoi dubbi riguardo l’acquisizione di nuove aziende. Chiamaci adesso per parlarne insieme.
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