Chi possiede già una tabaccheria sa bene che il suo ruolo, in parte, è quello di essere anche un piccolo esattore dello Stato italiano. La circolazione di sigarette, tabacco e altri prodotti di Monopolio è controllata dall’AAMS – Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato – istituto che amministra anche la localizzazione delle tabaccherie. Il profitto lordo, su questi prodotti, è chiamato aggio. Di cosa si tratta?
È la quota di ricavo lorda del tabaccaio sui generi di monopolio statale, su cui graveranno le tasse e le spese operative della tabaccheria. L’aggio varia in base ai diversi prodotti o servizi del Monopolio: secondo le stime di settore è pari al 10% sui tabacchi e all’8% sui giochi e gratta e vinci. Per le Slot machines, invece, così come per altri prodotti controllati dall’AAMS, il tabaccaio percepisce un aggio pattuito con l’impresa concessionaria del servizio.
Facendo un calcolo forfettario, in base all’esperienza degli addetti ai lavori, una tabaccheria riesce a garantire un buon reddito a due persone se produce aggi per almeno 70mila euro all’anno (considerando una percentuale media del 9%). Se desiderate rilevarne una, il suo valore dipenderà da tanti fattori ma in linea di massima – per farvi un’idea – moltiplicate gli aggi prodotti per 2,5. Se il tabaccaio che ha deciso di vendere dichiara, ad esempio, 70.000 euro di aggi all’anno, l’attività avrà un valore di 175.000 €. In ogni modo, sarà bene visionare i bilanci degli ultimi tre anni per capire quali prodotti producono maggior profitto: giochi, tabacco o altro.
Se avete in mente di rilevare una tabaccheria, potrebbe tornarvi utile anche il nostro articolo “I requisiti necessari per poter acquistare una tabaccheria”. È importante sapere che il costo della licenza d’apertura è solo una delle spese da tenere in conto.
Restando sul tema degli aggi, ad esempio, dopo aver acquisito la licenza sarete tenuti a saldare la cosiddetta “tassa novennale”: corrisponde al 50% degli aggi di tabacchi e del gioco del Lotto dell’anno precedente. In alcuni casi ammonta al 20%, ad esempio quando la tabaccheria si trova all’interno di una stazione ferroviaria. In ogni caso va pagata entro l’anno in cui si è preso possesso dell’attività, anche a rate. La stessa tassa, ridotta al 10%, viene riproposta ogni 9 anni.
A queste spese, infine, si aggiungono:
√ l’imposta di registro da pagare allo Stato e il costo del notaio, di circa 1500 – 2000 euro;
√ fideiussioni per l’acquisto dei generi di monopolio.
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