Nell’epoca dei centri commerciali conviene ancora aprire un minimarket? La risposta è sì: i grandi supermercati di quartiere mantengono dei punti di forza inespugnabili, affrontando la concorrenza a testa alta. Tuttavia, prima di fare un passo del genere, è bene considerare diversi fattori. Facciamolo insieme.
Immaginando un supermarket, a due passi da casa, probabilmente pensiamo a una spesa quotidiana e frugale. Quante volte abbiamo detto “Vado un attimo a prendere una confezione di pasta e due bottiglie d’acqua.” ? Un piccolo market è sempre a portata di mano: è un luogo familiare in cui ci si reca al massimo 4 volte a settimana, per comprare soprattutto alimenti freschi. Il centro commerciale, al contrario, evoca la “spesa di scorta” (quella da conservare in dispensa, che durerà almeno un mese) o le imperdibili offerte speciali.
Il minimarket è situato, solitamente, all’incrocio di vie, presso una piazza o isolati residenziali, in zone ricche di uffici. Il punto di forza principale di un’attività del genere, quindi, è il servizio comodo e veloce offerto alla gente della zona in cui si trova. Alimenti freschi, confezionati giornalmente, prodotti per la casa, bibite, possono essere acquistati al volo da chi non ha tempo da perdere: lavoratori di ritorno dall’ufficio o in pausa, mamme e studenti dall’acquisto last minute.
Chi investe su un minimarket, dunque, non entra esattamente in concorrenza con gli enormi ipermercati. Per questa ragione, l’investitore deve avere ben chiare le esigenze del target: la sua attività sarà considerata il “negozio del vicinato”. Il piccolo supermercato risponde con precisione alla richiesta locale, che di solito riguarda merce di nicchia o tipica della vendita al dettaglio.
I clienti di quartiere desiderano trovare fra gli scaffali:
– ” prodotti locali e regionali;
– ” prodotti freschi;
– ” piatti tipici già pronti;
– ” prodotti biologici di fascia media;
– ” alimenti per animali domestici (il pet business è una vera risorsa, abbiamo affrontato l’argomento in questo articolo).
Aprire un minimarket, bada bene, è un affare molto impegnativo dal punto di vista economico. La mole del negozio, infatti, non è direttamente proporzionale alla cifra da investire. Un supermercato di quartiere, seppur di modeste dimensioni, va aperto in una zona urbana: ciò significa che i costi d’acquisto o affitto del locale commerciale sono veramente onerosi. L’investimento è ancora più impegnativo se si desidera aprire l’attività in una grande città, ad esempio Milano.
La normativa vigente prevede un’adeguata metratura, che includa anche il magazzino e gli spazi adibiti alla gestione degli alimenti freschi. Facendo una stima economica, per allestire un minimarket abbastanza piccolo sono necessari più di 100.000 euro; la cifra va dai 500 mila a 1 milione e 200 mila euro per un superstore di circa 800 mq.
La redditività del negozio, come immaginerete, cambia in base al format di vendita usato, alle dimensioni e soprattutto alla sua collocazione. Un supermercato da 50 mq situato nei pressi di Piazza del Popolo, a Roma, può rendere tanto quanto un minimarket da 400 mq ubicato in periferia.
In ogni modo, prima di acquisire un minimarket o aprirlo ex novo, vi consigliamo di informarvi sui piani di sviluppo del Comune o della Regione di pertinenza. Se è prevista l’apertura di un centro commerciale nella zona in cui desiderate aprire il vostro store, cambiate localizzazione.
La scelta dell’imprenditore, in questo caso, è abbastanza importante. Iniziare da indipendenti significa creare un brand di sana pianta e lavorare perché acquisisca, nel tempo, valore e notorietà. Entrare a far parte di un gruppo appartenente alla grande distribuzione – Cityper, Punto Sma, Dì per Dì – permette invece di bypassare questa fase (abbastanza impegnativa e rischiosa, ma non per questo fallimentare).
Il franchising, inoltre, fornisce al titolare del minimarket un supporto prezioso rispetto alla conduzione dell’attività: servizi gestionali, tecnici, commerciali, di visual merchandising. Entrando in partenariato con un grande gruppo, infine, vi sarà garantito un veloce e continuo riassortimento dei prodotti e non avrete bisogno di un magazzino/deposito molto grande.
Qualsiasi sia la decisione che prendiate, ricordatevi che per aprire un minimarket non bastano attitudine al commercio e denaro da investire. Sarà fondamentale un’esperienza di vendita al dettaglio: i problemi con il negozio, il personale e i clienti, saranno all’ordine del giorno.
Hai mai gestito un piccolo supermercato? Scrivici pure per qualsiasi informazione sull’argomento.
Le fusioni e le acquisizioni (M&A) sono strumenti strategici utilizzati dalle aziende per crescere, diversificarsi…
Consulting Italia Group S.p.A. prosegue nel suo impegno per offrire servizi sempre più avanzati ai…
Vendere una startup è un processo complesso che richiede una pianificazione accurata e una profonda…
La due diligence è un processo cruciale che consente a potenziali investitori o acquirenti di…
Nel mondo delle transazioni aziendali, la vendita di un'impresa può assumere diverse forme, con la…
Negli ultimi anni, le Piccole e Medie Imprese (PMI) hanno affrontato sfide crescenti nel reperire…