Cessione e trasferimento d’azienda: quali sono le differenze?
Le aziende hanno un valore di mercato che le rende più o meno appetibili a imprenditori e investitori. In sostanza possono essere vendute così come si farebbe per un prodotto o un servizio, se vogliamo rendere l’idea semplificandola all’osso.
Avrai già sentito parlare di cessione o trasferimento d’azienda. Sono due operazioni uguali o differenti? Continua a leggerci e scopriamolo insieme.
Cosa distinguere
In realtà cedere o trasferire un’azienda significa esattamente la stessa cosa. Da una parte c’è il venditore, presto ex titolare, dall’altra l’acquirente che desidera ampliare il proprio business o mettere su un’attività in proprio.
Cedere e trasferire, in questo caso, sono sinonimi. La differenza, semmai, va ricercata nella cessione dell’intera impresa o di una sua parte, chiamata ramo d’azienda.
Il trasferimento d’azienda prevede la vendita della stessa, costituita da beni materiali – come quelli mobili ed immobili – e immateriali (ad esempio l’avviamento). La cessione di un ramo d’azienda, invece, riguarda solo una parte del complesso aziendale: include beni e rapporti giuridici organizzati in modo che chi li acquisisce possa usarli per l’esercizio di un’attività indipendente.
Le diverse definizioni previste per le società danno, talvolta, qualche problema di tipo interpretativo quando si presenta la necessità di cederle per intero o in parte. Dovrà essere ben definito da subito, dunque, se l’oggetto della cessione sarà l’azienda o un suo ramo. Ciò genererà una sostanziale differenza sia riguardo la determinazione del regime fiscale riferibile all’operazione, che in merito all’applicazione o meno delle norme relative alla cessione d’impresa.
A proposito di normativa, abbiamo ripreso gli articoli del Codice Civile che definiscono l’azienda e un ramo di essa.
Articolo 2555 c.c.: definizione di azienda
Secondo il suddetto articolo “l’azienda è il complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa”.
La norma sottolinea soprattutto l’insieme di beni materiali organizzati (attrezzature e merci) e dà meno risalto all’insieme dei rapporti giuridici come ad esempio le licenze, i contratti di lavoro e quelli con i clienti. Questi non costituiscono l’azienda ma la seguono in caso di cessione.
Articolo 2112 c.c.: cos’è il ramo d’azienda
Quando il Codice Civile si esprime sul ramo d’azienda lo definisce “articolazione funzionalmente autonoma di un’attività economica organizzata, identificata come tale dal cedente e dal cessionario al momento del suo trasferimento”.
Cosa muove l’interesse verso l’acquisto di un’azienda o parte di essa?
Ci sono diverse ragioni per le quali un soggetto può essere interessato a rilevare un’attività già esistente o il ramo di una società.
Prima di ogni cosa per fare un investimento. Forniamo consulenza ogni giorno a imprenditori che si espandono anche attraverso l’acquisizione di nuove imprese. Lo fanno per diversificare il proprio business o per inglobare aziende del settore in cui sono già presenti.
Facciamo un esempio: un imprenditore ha tre ristoranti in provincia di Roma e desidera acquisirne un altro per affermarsi sempre più nel mercato del food.
A volte viene fatto anche per eliminare un concorrente e non dare la possibilità a un altro di prendere il suo posto.
Infine, una delle ragioni delle acquisizioni d’impresa è quella di possederne una che produce beni o servizi da fornire a un’altra che si possiede già.
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