Quando si vende un’azienda, ci sono dei pagamenti da effettuare. Come è facile immaginare, è alle aliquote che bisogna dedicare una particolare attenzione.
Se siete titolari di PMI e state per eseguire una cessione di azienda, conviene che siate informati sulle procedure fiscali da seguire. Per esempio, sussiste l’imposizione ordinaria del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (altrimenti detto TUIR), per l’esattezza l’articolo 86; non va dimenticata, inoltre, l’imposta di registro. Ciò avviene perché i diritti e i beni oggetto del passaggio di proprietà in situazioni di altro tipo sarebbero soggetti a oneri differenti. I contraenti che si accordano per una cessione d’azienda devono obbligatoriamente riportare, a scanso di possibili equivoci che potrebbero manifestarsi in seguito, i prezzi pattuiti per ogni bene, in modo che si possano applicare le corrispondenti aliquote. È importante che vi dedichiate a questi calcoli; se non lo fate, la legge prevede che si applichi a tutto l’aliquota più alta fra quelle in ballo. Per dire: in caso di compresenza di beni mobili e immobili, ci si regolerà come se ci fossero solo questi ultimi, che sono i più cari.
Come accennato, le aliquote variano a seconda del bene in questione. I fabbricati e le loro pertinenze, per cominciare, ne hanno una del 7%, che sale a 15 quando invece di tratta di terreni agricoli (anche qui con relativi “accessori”) ceduti a cooperative del settore o a soggetti che operano in altri campi. Più vantaggiose risultano le case da abitare e le costruzioni che rivestono un valore culturale o storico, poiché l’aliquota in tali frangenti è del 3%. Stessa percentuale per le immobilizzazioni (che siano materiali o immateriali, nulla cambia), per i beni mobili, per i magazzini e perfino per le somme di denaro.
Quando organizzate la vendita d’impresa c’è da tenere in considerazione inoltre l’imposta ipotecaria catastale, da aggiustare qualora si provveda simultaneamente ad aggiornare i registri pubblici e ci si occupi pure della voltura. Tuttavia, la cessione d’azienda nel suo complesso non è trattata al pari di una vendita di beni, pertanto l’IVA non va conteggiata.
Quando si parla di affitti a fini commerciali la situazione è ovviamente diversa. Infatti, il pagamento del canone (di solito mensile) comporta di un godimento dei profitti contestuale alla gestione. La durata è prestabilita ed è vietato mutare la destinazione d’uso, il piano organizzativo nonché gli accessori e l’impiantistica. Quando cedete un’azienda, invece, “porgete” una struttura presumibilmente idonea a produrre (magari proficuamente), sebbene non sia tassativo che ogni dépendance e ogni deposito bancario rientrino nel trasferimento.
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