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Abbiamo visto, nel precedente articolo, procedure e cifre. Adesso ci soffermiamo sui doveri e sulle responsabilità delle imprese che intraprendono l’avventura borsistica. Anche qui si seguono delle regole precise, ovviamente. Punti salienti riguardano la governance, l’informativa della società e la comunicazione di mercato. Rispettando la normativa, l’andamento del titolo procederà in modo naturale.
Se la società che è entrata in Borsa desidera rimanerci, dovrà osservare prima di tutto gli obblighi legati alla correttezza e alla completezza dell’informativa societaria. Essa si rivolge all’istituto e alla Consob, certo, ma anche al pubblico che darà all’azienda un altro tipo di fiducia. Trasparenza e chiarezza, dunque, sono requisiti irrinunciabili.
Le tappe obbligatorie di un’informativa societaria possono essere racchiuse in cinque punti. Anzitutto è necessario far sapere quali sono state le operazioni imprenditoriali rilevanti, includendo quelle straordinarie: insomma, fornire informazioni di tipo “price sensitive”. In secondo luogo, l’azienda è tenuta a pubblicare il bilancio del proprio esercizio, nonché le relazioni semestrali e trimestrali. Il terzo step concerne la specificazione dei diritti sulle azioni, mentre il quarto impone la pronta comunicazione di eventuali cambi di assetto nell’organigramma. Infine, bisogna dar notizia di possibili variazioni di proprietà o di partecipazione.
C’è un preciso Codice di Autodisciplina da rispettare. Esso riguarda gli aspetti principali di una struttura aziendale: non per niente l’organo posto al centro è il Consiglio di Amministrazione. Quest’ultimo ha il compito e l’onere di decidere le linee strategiche da seguire e di dettare i piani di organizzazione.
Ma deve anche effettuare dei controlli periodici, per garantire il miglior andamento possibile dell’impresa. Oltre a qualche accorgimento per proteggere gli azionisti minori, è prevista la partecipazione di altri amministratori, svincolati e non esecutivi. Grazie al codice in questione ogni investitore guadagna, soprattutto nel lungo termine. Conviene a tutti, perché quando la società è in salute se ne giovano perfino gli stakeholders, vale a dire i fornitori, i clienti, i creditori e via dicendo, comunque già preservati dall’ordinamento.
Lo “invocano” i regolamenti di Borsa Italiana. Lo Specialista è eletto direttamente dalle società che vogliono debuttare nel Nuovo Mercato o nel segmento STAR. Il mantenimento della liquidità del titolo è responsabilità sua, in quanto ogni giorno s’incarica di comprare e vendere un minimo prestabilito di proposte secondo un prezzario che non prevede divari maggiori di una percentuale ben precisa, ovviamente fissata da Borsa Italiana. La figura di cui ci stiamo occupando gestisce inoltre il book istituzionale (visibilità: cinque minuti), nel quale convergono le offerte di negoziazione. Vale il medesimo quantitativo prefissato per i cosiddetti blocchi, ovvero le negoziazioni istituzionali.
Un’altra mansione fondamentale dello Specialista concerne la diffusione delle informazioni della società all’ambiente finanziario. Prima di tutto, redige con criteri dettagliati un paio di analisi finanziarie dell’impresa in un anno. Una è esaustiva, e viene presentata in concomitanza con i risultati d’esercizio; l’altra ha la funzione di aggiornare i dati, nel momento in cui si discute dell’attività semestrale. In entrambe devono essere riscontrabili fatti e cifre recenti (con commenti), stime di crescita e paragoni con i risultati precedenti.
Ma ci sono pure dei rapporti intermedi da presentare, in occasione dei meeting interni o di qualche evento speciale. Infine, è ancora prerogativa dello Specialista l’organizzazione di un paio di incontri annuali tra i manager e i principali investitori.
Lo Specialista chiamato per tale segmento deve comunicare a Borsa Italiana le ricerche e gli studi sull’azienda. Sarà cura di quest’ultima, invece, diramare all’ambiente della finanza tali dati. Per farlo, ci vogliono minimo due providers internazionali.
Ecco un altro profilo interessante, il cui ruolo è quello di mantenere i contatti con gli investitori, la stampa e gli esperti, pianificando degli incontri mirati. Va notato che, al di là dei passaggi obbligati, informare in maniera completa, limpida e veloce sullo stato della società comporta dei vantaggi, non ultimo la giustificazione del prezzo delle azioni (se gli affari vanno bene, si vede da lì), tamponando gli inevitabili momenti di incertezza derivanti dalle periodiche oscillazioni del mercato.
Con l’Investor Relator questi aspetti sono coperti. Soprattutto si preoccupa di garantire una buona posizione al titolo, nonché la sua appetibilità; verificare il suo indice di gradimento attraverso le valutazioni degli analisti; attrarre uno “zoccolo duro” di azionisti, anche diversi fra loro nel panorama economico; mantenere la stabilità e la liquidità delle azioni; dare la possibilità alla società di aumentare in futuro il proprio capitale.
All’Investor Relator occorrono degli strumenti specifici. Senz’altro un sito su Internet e degli opuscoli illustrativi, ma anche la possibilità di pubblicare costantemente e tempestivamente delle notizie più rilevanti che riguardano l’impresa, la redazione e la spedizione cadenzata di lettere informative del corporate office e delle visite periodiche ai sostenitori importanti. Inoltre, deve visitare spesso la sede dell’azienda e riunirsi con gli analisti, contattare e incontrarsi con i brokers e concedere (e pretendere) interviste con i mezzi di comunicazione più in vista.
Dato che l’Investor Relator in Italia sta diventando irrinunciabile per il Nuovo Mercato e per STAR, la Borsa – di cui tratteremo i servizi la prossima volta – vorrebbe adeguarsi presto.
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