Categorie: Impresa

EVA: indicatore del valore creato

Valutare un’azienda è un’operazione complessa e molto importante; tutti i metodi utilizzati hanno come fase preliminare quella della “normalizzazione” del reddito e del capitale di bilancio. Questa operazione viene effettuata al fine di eliminare gli effetti distorsivi delle politiche di bilancio, per escludere componenti straordinari o estranei (e, quindi, misurare i risultati effettivi) o depurare i dati dall’inflazione.

Gli strumenti per valutare il valore di un’impresa sono diversi; oltre al metodo del reddito patrimoniale, a quello reddituale, ai metodi misti e al metodo finanziario, esiste il metodo EVA.

L’Economic Value Added è un particolare criterio di valutazione diffuso prevalentemente negli Usa, nel Regno Unito e in Giappone; in questi paesi, l’azionista viene valorizzato ed acquista particolare importanza la creazione del valore da distribuire, sotto forma di dividendi, agli azionisti stessi.

Il metodo EVA viene utilizzato essenzialmente per la valutazione di aziende, per l’acquisto o la vendita di uno specifico ramo, per la verifica dell’efficienza di un’impresa o per valutarne la capacità di creare valore.

Esso si basa su due principi fondamentali; prima di tutto, il capitale degli azionisti deve essere remunerato. In secondo luogo, un’azienda che produce utili contabili potrebbe non essere in grado di creare un valore economico per gli azionisti.

L’Eva è, in pratica, un indicatore che viene utilizzato per conoscere il “valore” aziendale generato dalle imprese e per misurarne la creazione del valore attuale e potenziale.

La gestione dell’azienda orientata al valore è un approccio particolare che mette al centro la gestione aziendale, con l’obiettivo di creare un valore per la proprietà; questo valore viene inteso come la differenza algebrica tra i flussi netti di ricchezza attesi e quelli attualizzati, ad un tasso di sconto che comprende il rischio.

Il metodo Eva si basa sul ragionamento che un’azienda dovrebbe essere in grado di coprire tutti i costi di competenza (con i relativi ricavi) e a remunerare il rischio di impresa, cercando anche di creare un profitto extra.

Nel caso in cui queste condizioni non dovessero verificarsi, vorrebbe dire che l’azienda in questione non ha creato valore economico.

Il metodo EVA, quindi, altro non è che un indicatore sintetico di creazione di valore, utilizzabile in un determinato periodo di tempo.

Per creare valore economico, le risorse investite in una determinata azienda devono generare un rendimento maggiore del costo complessivo delle stesse risorse.

In formula possiamo dire che:

EVA = (R.O.N. – W.A.C.C.) * C.I.

dove R.O.N. è il reddito operativo normalizzato (ovvero, il reddito calcolato partendo dall’utile netto, senza le imposte), W.A.C.C. è il costo medio ponderato del capitale e C.I. è il capitale investito.

EVA indica, quindi, la stima del vero profitto realizzato da una specifica azienda, evidenziando l’ammontare per il quale i ricavi sono superiori alla somma minima richiesta dai diversi finanziatori dell’azienda.

Si possono verificare tre differenti casi, in base al valore dell’indicatore EVA.

Se, dopo aver remunerato i propri finanziatori esterni e di rischio (soci), il valore dell’indicatore è positivo (EVA>0), l’azienda sta creando valore economico. In questo caso, l’azienda in oggetto ha la potenzialità per emettere un quantitativo di dividendi superiori rispetto a quelli attesi e, quindi, è in grado di generare valore.

Nel caso in cui, dopo aver remunerato i propri finanziatori esterni e di rischio (soci), il valore dell’indicatore è neutro (EVA=0), l’azienda non sta creando nè distruggendo valore economico.

Infine, nel caso in cui, dopo aver remunerato i propri finanziatori esterni e di rischio (soci), il valore dell’indicatore è negativo (EVA<0), l’azienda non sta creando profitti e, di conseguenza, non crea valore.

Il parametro EVA cresce in tre specifiche condizioni:

  • se l’utile operativo viene incrementato senza investire ulteriore capitale;
  • se viene effettuato un ulteriore investimento di capitale in un progetto per il quale il rendimento atteso è superiore al costo del capitale stesso;
  • se di disinveste da tutte quelle attività che portano ad avere redditi poco soddisfacenti, ovvero minori del costo del capitale.

Ma cosa è necessario considerare per applicare al meglio questo metodo di valutazione?

Per utilizzare in modo corretto il parametro EVA, è necessario effettuare considerazioni analitiche sia sul capitale investito netto che sul reddito operativo. Solo in questo modo, sarà davvero possibile determinare gli effettivi valori di investimento e quelli monetari.

Il metodo EVA è molto simile al metodo misto patrimoniale – reddituale, se non per una diversa concezione del reddito e del costo del capitale che è stato investito.

Prima di utilizzare questo metodo di valutazione aziendale, è necessario porsi due questioni piuttosto rilevanti. Ai fini del calcolo del valore dell’impresa in oggetto, è importante valutare e stabilire l’orizzonte temporale da considerare. In secondo luogo, è necessario capire quale tasso di attualizzazione è preferibile utilizzare.

Nel primo caso, per attualizzare i flussi attesi di reddito, è consigliabile considerare il tempo necessario che occorre all’impresa perchè riesca a portare a termine rendimenti superiori al proprio costo del capitale. Queste sono, ovviamente, pure previsioni e tengono conto dell’arco temporale che serve all’azienda per ottenere più vantaggi rispetto ai propri concorrenti e, di conseguenza, tengono conto del tempo che serve per avere un rendimento maggiore.

Per comprendere, invece, quale tasso di attualizzazione sia preferibile utilizzare, è necessario considerare il valore WACC (Weighted Average Cost of Capital) che rappresenta la soglia minima accettabile del rendimento atteso dell’investimento in un’impresa. E’, quindi, importante valutare la redditività minima che è necessaria perseguire per soddisfare gli investimenti.

Il metodo EVA, oltre ad essere utilizzato per la stima del valore economico di un’azienda o di un’impresa, può essere utilizzato anche per la stima del valore economico di un preciso investimento (ovviamente, con gli opportuni adeguamenti).

L’utilizzo di questa metodologia ha sicuramente diversi vantaggi perchè è oggettiva e consente di avere un’indicazione del valore dell’azienda, senza subire l’influsso delle politiche aziendali di bilancio. Inoltre, è in grado di rilevare l’effettiva creazione di valore da parte dell’impresa.

Di contro, però, non è un metodo che può essere applicato ovunque e non è sempre facile avere tutte le informazioni che sono necessarie per effettuare questo tipo di calcolo. Tale valutazione risulta principalmente utile in caso di valutazione di compagnie di tipo pubblico.

Grazie per la fiducia!
Redazione

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