Il trasferimento di un’azienda o di un ramo di essa a titolo oneroso, è soggetto a un trattamento fiscale specifico di cui abbiamo parlato più volte nel nostro Blog.
Oggi ci occuperemo dell’imposta sul valore aggiunto – nota ai più come IVA – per capire se nell’ambito della compravendita aziendale viene applicata o meno.
Prima di approfondire l’argomento, però, facciamo un breve “ripasso” relativo all’IVA: si tratta di un’imposta che tassa il valore aggiunto in ciascuna fase della produzione e dello scambio di beni e servizi.
Cosa si intende con valore aggiunto? È un termine che indica la differenza tra il prezzo di vendita di un prodotto e il costo relativo alle materie prime e ai servizi usati per produrlo.
Una curiosità: sapevi che nel nostro Paese l’IVA è regolata da un Decreto del presidente della Repubblica risalente al 26 ottobre del 1972 (n. 633)? Un nuovo decreto-legge è stato aggiunto, invece, il 30 agosto del 1993 (n. 331).
Cessione d’azienda e imposte indirette
Veniamo al dunque, adesso, e parliamo di imposta sul valore aggiunto e vendita di un’azienda. La cessione di un’impresa è soggetta al pagamento dell’IVA?
La risposta è no: il trasferimento d’azienda è escluso dalla sua applicazione a prescindere dal soggetto cedente (società o imprenditore), ai sensi dell’art. 2 comma 3 lett.b) DPR 633/72.
I beni che fanno parte dell’attività in vendita – come le merci, le attrezzature e i macchinari – non saranno dunque in alcun modo assoggettati ad IVA in fase di cessione.
Piuttosto il trasferimento aziendale (o di un suo ramo) dietro un corrispettivo prevede il pagamento dell’imposta di registro del 3%.
Come calcolare l’imponibile da assoggettare all’aliquota del 3%?
Andrà considerato il valore corrente dell’impresa o il cosiddetto “valore venale”, ovvero quello che ha la stessa nel suo mercato specifico.
Per determinarli si dovrà fare riferimento innanzitutto al valore totale dei beni che compongono l’impresa in vendita (avviamento incluso), al netto delle passività che risultano dalle scritture obbligatorie (senza considerare quelle relative agli autoveicoli).
A volte, però, l’impresa è composta da diversi beni, per i quali è prevista un’aliquota differente, il cui valore viene riportato nel contratto di cessione.
Come fare in questi casi a determinare l’imposta dovuta?
Sarà necessario individuare delle specifiche e distinte basi imponibili, deducendo in modo proporzionale le passività dal valore di ogni singolo bene.
Ipotizziamo, per fare un esempio, che l’azienda in vendita includa un immobile che incide al 60% sul valore complessivo dell’attività. Se vogliamo ottenere la base imponibile su cui applicare l’aliquota specifica per gli immobili, dovremo imputare a questo valore il 60% delle eventuali passività presenti.
Altre imposte indirette
Ti ricordiamo, infine, che nel caso in cui l’azienda in vendita comprenda uno o più immobili, sarà necessario pagare anche l’imposta ipotecaria (2%) e quella catastale (1%).
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