L’acquisto di una tabaccheria è un investimento che viene sempre considerato tra i più sicuri. Certamente è sempre presente una componente di rischio, dovuta essenzialmente alla qualità imprenditoriale dell’attività, tuttavia questo è un settore in cui difficilmente si presentano grosse oscillazioni nella domanda.
Anche in tempi di crisi, come quelli attuali, le tabaccherie tendono a mantenere flussi di entrate quantomeno costanti. Tuttavia questa procedura di acquisto è abbastanza complessa ed è necessario l’intervento di un professionista nella mediazione per evitare di incorrere in differenti problemi.
Decidere di effettuare un acquisto di questo tipo, tuttavia, rimane molto spesso una scelta vincente. In ogni caso, prima di prendere decisioni così importanti, è bene avere un quadro generale dei costi che si dovranno sostenere. In prima battuta analizziamo le tasse che colpiscono l’acquisto di una tabaccheria. In questo caso sono presenti differenti voci di costo. Inizialmente bisogna considerare gli oneri derivanti dalla cessione di una qualsiasi azienda, i quali andranno calcolati in sede di determinazione del prezzo di vendita.
In caso di acquisto di una tabaccheria, però, le tasse non finiscono qui. Infatti è d’obbligo citare anche la cosiddetta novennale, ovvero una tassa specifica che si riferisce a questo particolare tipo di esercizio commerciale. Nello specifico essa andrà pagata ogni nove anni, come suggerisce il nome, e rappresenta il compenso per la particolare concessione di cui si necessita per svolgere questa attività.
Infatti l’esercente della tabaccheria vende prodotti che sottostanno alla legge in tema di monopoli di Stato e, per questo pagamento, otterrà anche un ulteriore beneficio. La normativa, infatti, stabilisce che il commerciante ha diritto di vendere i suddetti prodotti in una condizione di monopoli locale. Questo significa che nel raggio di 250 metri dalla sua attività non potranno nascere nuovi tabaccai, fattore che consente di mantenere sempre un certo livello di redditività ed è uno dei principali motori che permettono a questo settore di non risentire troppo delle crisi finanziarie.
Quando si decide di lanciarsi in un’impresa di questo tipo bisogna anche fare un piano generale di spesa, in questo modo si potranno tenere sotto controllo i costi e non ci saranno sopravvenienze inaspettate. Oltre al prezzo da pagare al venditore, infatti, ci sono tutta una serie di costi che devono essere precisamente calcolati per verificare la convenienza economica dell’operazione. Il notaio è una di queste voci di conto che, sebbene si paghi una tantum, rappresenta sempre una componente di costo rilevante.
Un’altra importantissima valutazione deve essere effettuata per quanto riguarda le scorte del magazzino che si dovranno avere per garantire una gestione continuativa e senza intoppi. Spesso questo costo non viene attentamente calcolato ed invece risulta essere di fondamentale importanza. Per assicurarsi di non avere imprevisti, è sempre bene mantenere un livello di scorte in negozio che possa coprire circa venti giorni di vendite. In questo modo ci si assicura che qualsiasi ritardo nelle consegne non vada ad intaccare la redditività aziendale.
Ovviamente se necessario andranno conteggiati anche i costi relativi alla gestione del fondo nel quale si lavora, primo fra tutti il prezzo di locazione.
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