La valutazione aziendale è un antico problema che attanaglia tutti gli imprenditori che prima o poi fanno i conti con la necessità di dare un valore alla loro azienda.
Negli ultimi anni questa esigenza è sempre più sentita in quanto le occasioni in cui serve avere una sorta di contabilizzazione del valore aziendale si sono moltiplicate.
Di seguito vengono indicati i principali eventi che richiedono una valutazione:
1) si rende necessaria nel caso in cui si vogliano collocare sul mercato delle azioni;
2) nel caso in cui si debba determinare il prezzo di offerta al pubblico;
3) per selezionare opportunità sul mercato finanziario, quindi per elaborare strategie di marketing;
4) In occasione di operazioni straordinarie come fusioni, scissione di rami aziendali, o conferimento di rami aziendali ad un’altra azienda. In questi casi si può avere una valutazione interna, cioè richiesta dalla stessa azienda, esterna, quindi richiesta da chi ha interesse, ad esempio alla fusione, oppure può essere legale, cioè richiesta dalla legge, come nel caso del conferimento. Ovviamente la valutazione più affidabile resta quella interna perché solo l’azienda ha conoscenza di tutti i dati economici;
5) può essere necessario avere una valutazione aziendale nel caso in cui si voglia procedere ad un aumento del capitale, ad esempio nel caso di emissione di obbligazioni.
6) infine, può essere necessario valutare l’azienda nel caso in cui si debbano misurare i progressi fatti con una determinata strategia, in questo caso si tratta di valutare se le azioni poste in essere sono state o meno fruttuose.
In tutti questi casi l’imprenditore ha necessità di stimare il valore della propria azienda al fine di contrattare a condizioni adeguate.
La particolare fluidità societaria degli ultimi anni ha imposto ancora di più la ricerca di un metodo in grado di aiutare a valutare nel modo giusto l’azienda. In particolare frequentemente si usano metodi di valutazione misti. Per poter capire come funzionano è necessario partire dalle basi, cioè dal metodo di valutazione patrimoniale e dal metodo di valutazione reddituale.
Il metodo patrimoniale prevede una ricostruzione del patrimonio dell’azienda, partendo dal Patrimonio netto contabile ricavabile dal bilancio di esercizio. Questo principio può risultare facile ed intuitivo da applicare, ma in realtà non è così e non mancano anche in dottrina dubbi. La valutazione patrimoniale viene adoperata soprattutto per le società che hanno una forte patrimonializzazione, ad esempio società che hanno molti beni immobili.
Non tiene in considerazione i flussi di cassa e quindi in un certo senso offre una valutazione più oggettiva, visto che i flussi di cassa, in particolari quelli futuri, sono sempre abbastanza fumosi. Per quanto riguarda i beni accessori, come ad esempio fondi edificabili, non è certo in dottrina se debbano essere considerati o meno.
Il secondo metodo necessario per capire cos’è una valutazione mista e come funziona è il metodo reddituale. Si tratta di una procedura più complessa rispetto a quella prima vista e che tiene in considerazione la capacità dell’azienda di produrre reddito. In questo caso si è di fronte a una valutazione che guarda al futuro, alla solidità che l’azienda può avere anche negli anni successivi. Le analisi ritenute più affidabili si limitano ad un periodo di 3-5 anni.
Questo metodo prevede l’attualizzazione dei flussi di reddito attesi. Il reddito atteso deve essere sottoposto ad un processo di normalizzazione, tendente ad eliminare tutte le interferenze di componenti reddituali straordinarie, tenendo in considerazione anche gli oneri finanziari e le imposte da cui deve essere depurato.
Anche questo metodo ha dei limiti perché ricomprende anche la valutazione dell’avviamento, inoltre il tasso di attualizzazione è un elemento soggettivo che può creare distorsioni nella valutazione. A distorcere la valutazione potrebbero essere anche fattori difficilmente valutabili nel tempo, come le condizioni future del mercato di riferimento, la concorrenza, le condizioni economiche generali, l’andamento del settore.
Si arriva quindi alla valutazione con metodi misti, di questi quello ritenuto più attendibile e il metodo U.E.C. Complesso, adoperato dall’ “Union Europenne des Experts Comptables Economiques et Financiers”.
I metodi di valutazione misti hanno l’obiettivo di prendere in considerazione la consistenza patrimoniale e la capacità di produrre reddito, per un arco temporale dai 3 ai 5 anni, con l’obiettivo di colmare le lacune di entrambi i metodi.
Le tecniche di valutazione miste prendono in considerazione entrambe le tecniche viste, cioè la somma e sottrazione algebrica di elementi attivi e passivi del patrimonio e il reddito attualizzato.
Proprio per questo prevede l’applicazione della valutazione patrimoniale con correzioni in grado di tenere in considerazione la capacità dell’azienda valutata di creare profitti nel futuro.
In primo luogo è necessario valutare il patrimonio operando le rettifiche di quegli elementi che non hanno valore contabile; il secondo passo è prendere in considerazione l’avviamento cioè maggiore capacità di un’azienda già esistente di produrre reddito rispetto ad un’azienda che deve essere ancora costituita. In questo caso si parla anche di valutazione mista con stima autonoma dell’avviamento.
Calcolare l’avviamento non è semplice, ci sono due metodi: il primo consiste nell’applicare un moltiplicatore ai volumi dell’attività dell’azienda. Il secondo prevede il calcolo della differenza della redditività dell’azienda oggetto d’esame rispetto a quella di un’azienda medio-normale. Questa differenza viene poi proiettata in un periodo prospettico di 3-5 esercizi. La quantificazione della redditività può costituire una Goodwill, se positiva, o una Badwill se negativa.
Il metodo U.E.C. è molto complesso e permette di tenere in considerazione diverse variabili, come ad esempio il valore degli intangibili, i beni immateriali che comunque sono suscettibili di una valutazione. Permette di considerare anche i rischi aziendali, per quanto gli stessi possano essere prevedibili.
Nonostante questo, si ritiene che anche i metodi misti siano suscettibili di generare errori nella valutazione aziendale. Ciò avviene perché alcuni parametri sono delineati soggettivamente e perché comunque vi è sempre una certa aleatorietà alla difficoltà con cui un’azienda può produrre redditi in modo stabile.
Le criticità mostrate dai metodi di valutazione misti sono, nella maggior parte dei casi, colmate attraverso l’uso di tutti i metodi singolarmente e quindi operando poi una comparazione in cui si assume come valore più vicino a quello reale il medio tra i vari metodi utilizzati.
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