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Dopo aver esaminato i motivi per quotarsi in Borsa, vediamo qual è la strada migliore per farlo (non ce n’è una sola ma almeno due). Dipende dalle società da quotare, che non sono tutte uguali e presentano esigenze differenziate. Dunque, dal tipo di azienda, dalle sue caratteristiche, dalle sue mire. Esistono due macro-categorie verso le quali orientarsi.
Non c’è bisogno di sottolineare che per prima cosa è opportuno comprendere a quale gruppo si appartiene. Stabilito questo, si può procedere. Ecco le due possibilità.
In questo insieme rientrano le imprese che lavorano in settori tradizionali e il cui bilancio è positivo. I margini del loro guadagno devono risultare non solo sufficientemente cospicui, ma anche sostenibili nel tempo. All’interno del mercato è necessario che si profili una posizione alquanto solida. Pure il management è un biglietto da visita importante: se è di qualità e si è distinto nell’arco dell’attività, il punto è a favore. Infine, se nella storia dell’azienda si sono effettuate acquisizioni o fusioni, ciò è da considerarsi un ulteriore segno di salute economica.
Le società afferenti a tale categoria si muovono anzitutto in un campo più moderno, quello dell’e-commerce, nonché le vendite in rete in generale; il ramo della tecnologia è compreso. Di solito si tratta di start-up, aziende giovani che magari operano in ambiti sperimentali e sfoggiano interessanti prospettive di allargamento e aumento del capitale. Uno dei loro obiettivi è appunto svilupparsi rapidamente, il che comporta piani finanziari facilmente modificabili. Spesso i gestori, in casi simili, sono alla continua ricerca di nuovi partner, per rimanere al passo.
Se l’impresa in questione è inscrivibile nel primo “blocco”, è alla Borsa che si guarda, e al suo comparto sul Mercato Telematico Azionario (o MTA). Qui confluiscono società affermatesi nel proprio settore tradizionale (manifatturiero, alimentare, ecc.) che possono contare su buoni introiti. Un indirizzo ancor più specifico per realtà simili è il cosiddetto STAR, ossia Segmento Titoli con Alti Requisiti, pensato per capitali medi o piccoli (comunque sotto gli 800 milioni di euro). Coloro che vi si rivolgono devono possedere alcuni requisiti di base, riconducibili alla quantità delle azioni emesse, alla corporate governance, alla composizione dell’informativa, al ricorso a un intermediario di professione perché sostenga la liquidità. Qui si gode di ottima visibilità, dato che si finisce con l’incontrare la curiosità dell’investitore medio.
Per l’industria high-tech e telematica (che include le biotecnologie, le telecomunicazioni, ecc.) o per quelle aziende tradizionali che si lanciano in un settore con tecniche innovative, il percorso è diverso: c’è il Nuovo Mercato. Poiché si tratta il più delle volte di imprese costituitesi recentemente, la loro volontà di espandersi è connaturata, e ciò comporta una necessità costante di ridefinire l’assetto finanziario. Per entrare nel “club” bisogna che il volume d’affari sia consistente, o in procinto di diventarlo (grazie a qualche progetto assicurato in corso).
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