Per un imprenditore vendere la propria azienda dal punto di vista emotivo è durissima – noi di Consulting Italia Group Spa lo sappiamo bene. Significa cedere una parte di sé, una creatura a cui si è dato vita e dalla quale è difficile separarsi. Perché, però, può essere una scelta vincente?
Leggendo un articolo pubblicato su ilsole24ore.com abbiamo appreso la storia di Dean Hoyle, cofondatore dell’azienda Card Factory, che ha come core business la vendita al dettaglio di biglietti d’auguri in Inghilterra.
Quest’uomo d’affari ha venduto la sua società, nel 2010, per 400 milioni di sterline. Oggi Card Factory è quotata in borsa e ne vale oltre un miliardo. Durante un’intervista il milionario ha risposto così alla domanda “Si è mai pentito?”: «Che cosa potrei fare con un miliardo di sterline che non posso già fare con 400 milioni?». Tu che ne pensi? Sei d’accordo con lui o credi che non sia saggio cedere la propria azienda, soprattutto se è in attivo?
Un capo d’impresa difficilmente cambierà rotta dal punto di vista professionale. Guidare il timone di una nave progettata con sacrificio ed entusiasmo è un’esperienza difficile da mollare.
Spesso chi cede la propria società in qualche modo continua a farne parte. Alcuni restano per obbligo contrattuale e solo per un certo periodo (quando è previsto nel contratto di vendita a tutela dell’acquirente). Altri fanno di tutto per non andar via, anche se demansionati – succede spesso quando l’impresa resta in famiglia.
La banca privata Coutts nel 2012 ha eseguito una ricerca relativa agli imprenditori del Regno Unito che avevano venduto la loro azienda. Solo un quarto di loro è andato in pensione.
Dai dati emersi il resto ha fatto altro:
Hoyle, ad esempio, si è dedicato alla moglie, ai tre figli e alla squadra di calcio dell’Huddersfield Town, di cui è proprietario. L’obiettivo era quello di alzare la sua qualità della vita trovando un equilibrio tra vita e lavoro. Ci è riuscito restando comunque presidente non esecutivo della sua ex azienda e, in seguito, diventandone un direttore non esecutivo (sempre con l’idea di ridurre la sua mole di lavoro).
Se conosci la storia di Steve Jobs sai che nel ‘97 tornò alla Apple per tirarla fuori dal fallimento. Michael Dell, fondatore dell’azienda che porta il suo cognome, la lasciò per tornarvi dopo 3 anni e nel 2013 la ricomprò. Succede, infatti, che alcuni imprenditori si pentano di aver venduto e facciano di tutto per riprenderne le redini. Altri capi di impresa invece non ne escono del tutto, tenendosi stretta una buona fetta di azioni: quella necessaria a mantenere il potere. Nell’ultimo caso i vantaggi non sono pochi:
Torniamo ad Hoyle adesso, di cui conosciamo ormai buona parte della carriera. Dopo aver vissuto a pieno gli anni dell’adolescenza dei suoi figli… è tornato al lavoro a tempo pieno come presidente della catena The Chain per quel che concerne il settore cartoleria, libri e regalistica.
Le sue motivazioni danno l’idea di quanto sia stato stratega: «Io credo che nella vita passiamo attraverso varie fasi: ora che ho denaro in banca, ho comprato la casa per le vacanze e ho tempo da trascorrere in famiglia, sono pronto per lavorare!».
Vendere la propria azienda, dunque, può significare allentare il passo solo per un periodo e tornare alla carica quando se ne ha voglia o l’esigenza. Se vuoi saperne di più siamo disponibili a darti consulenza. Raccontaci i tuoi progetti!
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