Successione familiare, cosa sapere.
Cedere a uno o più eredi l’azienda di famiglia, soprattutto nel passato, era una grande soddisfazione per un imprenditore. Quali sono i vantaggi e i rischi della successione familiare? Quali le modalità? Scopriamolo insieme.
Fino a venti anni fa, sette imprese su dieci sceglievano di far restare in famiglia il proprio business. Trasmettere un’attività ai parenti prossimi resta, oggi, la soluzione più ambita, anche se ormai solo un’azienda su quattro la applica.
Di cosa si tratta
Il passaggio familiare prevede che uno o più eredi del titolare assumano il controllo finanziario dell’impresa, o la direzione operativa, per intero o in maggioranza.
Una successione di questo tipo può essere eseguita a patto che:
- Esista un erede (o più d’uno) capace di prendere le redini dell’azienda.
- L’imprenditore possa soddisfare allo stesso modo, in termini economici, gli altri eventuali eredi che non sono stati scelti per guidare la proprietà.
- La successione venga pianificata nei dettagli.
Quali sono i vantaggi?
Il trasferimento di una società di padre in figlio, o dall’imprenditore a un membro della sua famiglia, comporta numerosi vantaggi. Prima di ogni cosa c’è il piacere e la soddisfazione di eseguire un passaggio di staffetta generazionale. Questo, anche in termini di immagine, garantisce una buona continuità all’attività.
I dipendenti, inoltre, in questi casi, per dirlo con parole semplici, “la prendono bene”, dimostrando in genere fedeltà agli eredi. Avviene soprattutto quando gli stessi sono già stati coinvolti, in passato, negli affari aziendali, per cui non sono dei volti del tutto nuovi per i lavoratori. Infine, la successione familiare evita l’impegnativa ricerca di un acquirente o l’eventuale liquidazione.
Alcuni rischi
Questo tipo di successione, talvolta, dà alcuni problemi. Non è raro che sorgano, ad esempio, delle invidie da parte degli eredi esclusi dalla direzione dell’impresa. Succede anche che l’imprenditore non sia lucido nella scelta del nuovo leader perché influenzato da fattori emotivi, ad esempio una particolare inclinazione per uno dei propri figli, e sovrastimi le capacità del successore.
Possono sorgere altre problematiche:
- Il cedente, anche da pensionato, non vuole rinunciare al suo ruolo dirigenziale all’interno dell’impresa.
- Gli eredi, per non fare un torto ai genitori o per inerzia, non rinnovano l’azienda conservando i processi di funzionamento storici.
Prima di far restare la propria società in famiglia, quindi, il capo d’impresa deve prendere le misure in modo da anticipare ed evitare possibili minacce. Una buona idea è quella di stilare norme aziendali che definiscano in modo chiaro diritti, doveri e compiti del successore.
La successione familiare, in base alla situazione, può assumere diverse forme.
– Successione all’interno della famiglia
È il caso più comune: consiste nel passare la direzione dell’azienda operativa e finanziaria al successore attraverso un trasferimento delle azioni. In genere si tratta di una persona, che diviene l’azionario maggioritario, ma può avvenire che siano più fratelli, ad esempio, a dividersi il controllo.
– Acquisizione della direzione da parte di un membro della famiglia
Il successore acquisisce solo la direzione operativa della società, mentre il controllo finanziario è dato agli altri membri della famiglia. Il nuovo leader aziendale non ha alcuna partecipazione finanziaria, al massimo diviene un azionario minoritario.
– Direzione esterna dell’azienda con controllo da parte della famiglia
Il campo d’impresa, in questo caso, sarà un soggetto esterno alla famiglia. Quest’ultima resterà proprietaria della società e ne manterrà il controllo finanziario. Il nuovo manager potrà anche essere scelto all’interno della stessa azienda, attingendo dal personale già esistente. Si tratta di una soluzione di comodo in mancanza di un vero erede all’interno della famiglia del cedente.
Successione familiare e fisco
Le modalità della successione familiare possono essere diverse in base allo statuto matrimoniale e familiare di chi cede l’azienda.
Chi ne ottiene la direzione deve poterne garantire il controllo economico. Il resto degli eredi, invece, deve ricevere un trattamento equo.
Consigliamo di elaborare un contratto successorio ben definito, che indichi con precisione l’ordine legale di successione e le parti di eredità devolute a ciascun subentrante. Il documento potrà contenere anche il prezzo di rilevamento della società, la distribuzione degli attivi, ad esempio i beni immobili o le azioni. Il contratto andrà attestato da un notaio in presenza dei soggetti interessati.
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