Come determinare il valore di un’azienda in caso di cessione, di collocazione di azioni o quote sul mercato, transazioni, fusioni, scissioni, transazioni di società?
Questa domanda ha trovato molteplici risposte in quanto non tutti sono concordi con l’applicazione dello stesso metodo di valutazione. Nel tempo si sono scontrate diverse teorie. In questo caso si parla del metodo misto U.E.C. complesso che può essere catalogato tra i metodi di valutazione indiretti, insieme al metodo patrimoniale e reddituale.
La prima cosa da sottolineare è che quando si opera una valutazione, questa non corrisponde al prezzo, che può essere inferiore o superiore, in quanto questo è determinato anche dalla domanda e dall’offerta. Questa precisazione diventa importante soprattutto quando si vogliono collocare sul mercato delle azioni o quote.
I metodi di valutazione possono essere diretti o indiretti. Appartengono alla prima categoria il metodo dei multipli, delle operazioni comparabili, o la valutazione basata sui prezzi di borsa. Appartengono alla categoria dei metodi di valutazione indiretta il metodo patrimoniale reddituale e i metodi misti. Questi tendono a ricavare il valore in base a criteri indiretti e diversi da un prezzo già praticato.
In questa sede si fa solo un accenno ai metodi misti in generale in quanto è possibile trovare comunque approfondimenti sul sito. I metodi misti nascono con l’obiettivo di eliminare i difetti del metodo patrimoniale, basato su attivo e passivo del patrimonio della società (a cui eventualmente aggiungere i beni immateriali come il know how o i brevetti) e del metodo reddituale basato prevalentemente sulla potenzialità di produrre reddito. I metodi misti cercano di valutare contemporaneamente il valore patrimoniale dell’azienda e il reddito della stessa.
La sigla U.E.C. è acronimo di Union Europeenne des Experts Comptables Economiques et Financiers ( in italiano Unione Europea degli Esperti Contabili Economici e Finanziari). Si tratta di un’unione di associazioni di organismi professionali specializzati in economia aziendale. Proprio per l’autorevolezza dei creatori, è uno dei metodi accettati dalla comunità scientifica in materia e proprio per questo ritenuto più attendibile. Questo metodo di valutazione aziendale nasce a metà degli anni Sessanta e punta ad assegnare all’azienda un valore utilizzando il metodo patrimoniale a cui si aggiunge il valore dell’avviamento stimato.
La formula per la valutazione aziendale complessa è:
W= K+I+a(n)-i’-(R-i*K’)+SA
Il metodo U.E.C. complesso nel determinare il valore dell’azienda tiene in considerazione il patrimonio netto rettificato (K), cioè comprendente sia una valutazione prospettica, sia i dati storici. A questo dato viene aggiunto anche il valore degli intangibili (I), cioè di tutti quegli elementi che non sono “visibili” ma che in realtà rappresentano un valore importante per l’azienda, come ad esempio i brevetti o il know how frutto dell’impegno nel tempo, si tratta delle conoscenze acquisite e che possono portare innovazione e competitività.
Tra i vantaggi del sistema di valutazione misto complesso U.E.C. vi è la possibilità di tenere in considerazione anche il tasso di rendimento atteso (i). Questo corrisponde al tasso atteso da un generico investitore, in relazione al capitale di rischio di una società operante nello stesso settore e avente situazioni omogenee per quando riguarda dimensioni e localizzazione. Oltre a tale tasso, entra nella valutazione anche il tasso in quanto pura remunerazione del capitale investito in relazione anche al rischio di azienda specifico per il settore (i’).
Il tasso di remunerazione del rischio deve essere scomposto in due parti: il tasso di rischio specifico d’azienda e il tasso di rischio economico generale.
Il valore a(n)-i’ rappresenta, invece, il sovra-reddito o il decremento da valutare in base al valore dell’avviamento della stessa (goodwill- badwill).
A questi valori deve aggiungersi il fattore temporale, cioè la valutazione per essere attendibile deve essere basata su un numero di anni non eccessivamente elevato, ecco perché solitamente il valore viene riferito a tre anni. Tale termine viene esteso fino a dieci anni per le aziende che hanno un’elevata stabilità di reddito. Resta però da dire che più è ampio il termine temporale futuro, più vi è il rischio che l’analisi non si avveri. In questo caso si parla di tasso di attualizzazione.
Il metodo U.E.C. complesso, come tutti i metodi misti, ha dei limiti, infatti, pur essendo in grado di operare una sintesi tra il metodo patrimoniale e il metodo reddituale, superando i limiti di entrambi, richiede a colui che valuta l’uso di una mole di dati molto rilevante rispetto a quelli necessari per l’applicazione dei due metodi singolarmente utilizzati. Il secondo difetto è che tende a sottostimare le aziende che hanno una forte capitalizzazione e bassa redditività.
I limiti non finiscono qui perché i metodi misti nel tentativo di mediare tra il patrimoniale e il reddituale, conquistano i difetti e i limiti di entrambi i metodi. In particolare subiscono la soggettività tipica del metodo reddituale quando va ad assumere un reddito probabile e l’incertezza tipica dei progetti riguardanti il futuro. In secondo luogo mancano della razionalità e scientificità tipica del metodo patrimoniale.
Resta, infine, da dire che non essendoci un metodo di valutazione aziendale univoco, nella maggior parte dei casi si procede all’utilizzo di un metodo per poi provare a validare il risultato con un altro metodo. Nella maggior parte dei casi si tende ad utilizzare il metodo di valutazione U.E.C. complesso validandolo poi con l’uso del metodo dei multipli o dei metodi empirici.
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