Vendere un’azienda: l’importanza dell’avviamento
Quando ci si appresta a vendere un’attività, è bene fare una giusta valutazione del proprio asset organizzativo. In questo modo si evita di perdere valore durante la trattativa ed inoltre non ci si presenta impreparati sul mercato di sbocco. Un errore che spesso viene commesso, infatti, è proprio quello di non essere adeguatamente informati sui livelli medi dei prezzi del mercato o sul valore della propria azienda.
Per questo motivo è spesso molto utile affidarsi ad un professionista del settore che sia in grado di accompagnare il cliente in ogni fase della trattativa, dalla valutazione iniziale fino alla vendita dell’impresa. Uno dei concetti che necessitano di un maggior rilievo, in questo campo, è quello dell’avviamento. Troppo spesso, infatti, ad esso non viene assegnato il giusto valore, oppure viene sottovalutato per mancanza informativa. Può succedere, infatti, che il cedente non abbia competenze specifiche in ambito di compravendita di attività e, per questo, commetta l’errore di sottovalutare tutto il lavoro già svolto negli anni di gestione.
L’avviamento è, in sostanza, il maggior valore che deriva dalla differenza positiva tra il prezzo pagato dall’acquirente e quello contabilmente riferibile all’azienda. In sostanza esso comprende tutto quello che viene solitamente chiamato Know How, ovvero saper fare. Questa dicitura di origine anglosassone sta ad indicare tutte le conoscenze e le capacità che sono state apprese e stratificate nella cultura dell’organizzazione stessa, durante tutti gli anni in cui essa ha già operato.
Non c’è miglior modo di apprendere un mestiere che non la costanza continua nello svolgerlo quotidianamente.
Per questo motivo deve essere attribuito il giusto valore all’avviamento perché molto spesso è sinonimo di successo negli affari. Risulta abbastanza evidente che quando si acquista un’azienda siano molti i vantaggi rispetto all’apertura ex novo di un’attività similare. In primis bisogna considerare il notevole risparmio in termini economici, infatti i costi di avviamento sono sempre molto elevati, ma i vantaggi non finiscono certamente qua.
Un’azienda è, infatti, un’organizzazione di beni strumentali gestiti all’unisono, ovvero con lo scopo preciso di produrre utili costanti e periodici. Questa forma di organizzazione è già stata ampiamente collaudata in un’attività già operante e può garantire una certa solidità finanziaria per il futuro. Infatti l’avviamento è anche considerato come la capacità di un’impresa di produrre redditi futuri, ovvero la sua attinenza a garantire già una certa somma di entrate costanti. Evidentemente a questa capacità deve essere necessariamente attribuito un valore ben preciso in quanto molto spesso potrà fare la differenza tra un’impresa di successo ed un fallimento imminente.
Anche la clientela deve essere annoverata nel calcolo dell’avviamento. In effetti poter partire già con un platea di interlocutori ben contenti di intraprendere attività commerciali con l’azienda è un punto di forza per l’acquirente. Esso non dovrà preoccuparsi troppo di fidelizzare i vecchi clienti ma anzi potrà puntare risorse ed energie per cercare di trovarne di nuovi ed approcciare a nuovi mercati potenzialmente redditivi.
Fatte queste precisazioni risulta chiaro come l’avviamento potrebbe incidere anche notevolmente sul prezzo finale che il compratore dovrà pagare, tuttavia non bisogna dimenticare di verificare anche i riflessi fiscali di questa componente di valore.